Piero Taruffi, personaggio irripetibile

Rino Rao insieme a Lorenzo Morello, Massimo Clarke e molti altri contributi ci porta alla scoperta di Piero Taruffi, personaggio eccezionale e irripetibile del motorismo italiano, asso del volante e del manubrio, recordman, ingegnere, progettista, collaudatore e molto altro. ———- Piero Taruffi, nato ad Albano Laziale il 12 ottobre 1906 da una famiglia romana benestante, è stato un personaggio poliedrico ed irripetibile. Egli non fu solamente un asso del manubrio, del volante e recordman di eccezionale caratura, ma molto altro: ingegnere, originale inventore e progettista, ingegnoso costruttore, accorto sperimentatore e collaudatore, valente direttore tecnico e sportivo. La passione per la velocità e la competizione fu sempre sostenuta da una dirittura morale ed onestà intellettuale che lo portò allo scontro con personaggi del calibro di Ferrari e Dusio. La sua carriera sportiva e tecnica cominciò a 17 anni con un successo sportivo e tecnico: vinse infatti il rally Roma-Viterbo, grazie anche ad un accorgimento tecnico che sperimentò durante le prove, quando intuì che, facendo spostare l’equipaggio del sedile posteriore dal lato opposto della curva, ristabiliva l’equilibrio dei pesi sulle ruote, aumentando la potenza curvante delle gomme e permettendo, a parità di forza centrifuga, di realizzare maggiori velocità. Quella prima sperimentazione rappresentò una caratteristica fondamentale di Taruffi che diventerà un ingegnoso ricercatore e sperimentatore di soluzioni per l’incremento della velocità – demone imperante del 900 – che lo porteranno ai più prestigiosi successi di asso del motociclismo, dell’automobilismo e dei record. Fortunatamente Taruffi, durante il periodo nero con la Bugatti, già impegnato con CNA, passò poi alla Gilera come responsabile dell’ambizioso progetto record mondiale e moto GP. Il 16 febbraio del ’36, convocato a Monza dalla Auto Union in cerca di nuovi talenti, ottenne il migliore tempo fra gli esordienti e la Casa di Zwicau gli offrì un ingaggio per la stagione, ma Taruffi rilanciò l’offerta chiedendo più soldi ed il posto andò all’immaturo Von Delius che sarebbe prestò incappato in un incidente mortale. Sull’atteggiamento di Taruffi probabilmente pesò l’impegno con la Gilera e l’impossibilità di conciliarlo con lunghe permanenze in Germania. Bruciata la chance Auto Union, aldilà dei successi con la Gilera, privi di acuti furono gli ultimi anni prima della Guerra, disputati al volante di superate Maserati 3000 e 1500 della Scuderia Ambrosiana. Taruffi ricorda con ironia l’unica vittoria ottenuta con una Soap Box durante le due lunghe ed esotiche tournée in Sud Africa. Finita la guerra, durante la quale studiò e brevettò: una teleferica monofune; un cambio semiautomatico per bicicletta, che in anticipo sui bisiluri denominò Tarf, poi commercializzato con grande successo dalla Simplex; una moto-bicicletta ed un compressore aeronautico, Taruffi – come hanno ben narrato Chiminelli e Balestra – riprese con rinnovato entusiasmo la sua carriera, riuscendo a dedicarsi contemporaneamente e con successo alla Cisitalia come ingegnere, collaudatore e pilota, ed alla progettazione dei bisiluri da record. Il frenetico susseguirsi delle corse non gli impedì di continuare a guidare la squadra corse della Gilera anche dopo la guerra e sino al ’55 con la conquista dell’iride, dal ’50 al ’55, con Masetti (2) e Duke (3); di studiare e brevettare ingegnosi prodotti e di trovare infine il tempo per convolare a nozze con la bella Isabella. Inoltre continuò a perfezionare i bisiluri Tarf I e II conquistando una miriade di record internazionali di categoria. Dopo tanta gloria conquistata, al massimo livello, nelle gare di velocità automobilistiche, motociclistiche e nei record, arrivò il momento del ritiro dai cimenti estremi, come era già avvenuto, pochi mesi prima, dopo l’agognata vittoria alla Mille Miglia, dai GP e dall’endurance. A 51 anni suonati, Taruffi si ritirò dalle competizioni, ma non da tutto ciò che vi era connesso. Sino a tarda età si dedicò, sempre con passione e competenza, alla progettazione di importanti circuiti come Vallelunga, Castelfusano, Misano, Izu e Suzuka, ai corsi di guida sicura e da corsa, richiesti in tutto il mondo – laureando campioni come Bandini, Baghetti, Scarfiotti, Vaccarella ed altri – ai seguitissimi test delle nuove automobili, pubblicando anche tre volumi tradotti in diverse lingue ed oggi oggetti di cult: Guidare Meglio, Tecnica e Pratica della Guida Automobilistica da Corsa e Bandiera a Scacchi. In definitiva, Piero Taruffi, poliedrico, pervicace, orgoglioso ed irripetibile personaggio del motorsport mondiale, era nato per le sfide di velocità che affrontò sempre con le conoscenze dell’Ingegnere, dello sperimentatore e collaudatore, del pilota calcolatore, sapendo, però, di doversi affidare, nelle sfide estreme, al puro istinto, come quando, nell’ultima vittoriosa MM, sorpassò Von Trips all’interno di una veloce curva cieca.