CS 23/2020 – IL MOTORISMO STORICO RIPARTE DOPO IL LOCKDOWN

11 maggio 2020

IL PRESIDENTE DI ASI, ALBERTO SCURO: “ISTITUZIONI SENSIBILI ALL’IMPORTANZA DEL SETTORE”

Il DPCM del 26 aprile ha stabilito la riapertura di molte attività connesse al settore del motorismo storico. Una ripartenza molto attesa, perché il sistema automotive è stato duramente colpito dall’emergenza Covid-19 e dal conseguente “lockdown” che dal 9 marzo ha bloccato l’intera filiera. Il motorismo storico rientra in questo comparto con una sua specifica nicchia, che in Italia vale 2,2 miliardi di euro all’anno di indotto economico, occupa su tutto il territorio nazionale decine di migliaia di imprese piccole, medie e grandi, con migliaia di maestranze di elevata professionalità riconosciuta, e che rappresenta, insieme all’arte, all’alta moda e all’enogastronomia di qualità, una delle eccellenze italiane più apprezzate nel mondo. E’ motore di un importante indotto anche legato al turismo per le migliaia di iniziative promosse su tutto il territorio nazionale che attraggono molti appassionati anche dall’estero.

Nella prima metà del 2020 il settore ha perso oltre mezzo miliardo di euro di giro d’affari. Il 75% di questo valore – pari a 375 milioni di euro – si riferisce agli operatori del settore come artigiani, commercianti, micro e piccole imprese che si occupano di gestione, manutenzione, restauro e produzione di parti specifiche per i veicoli storici: attività che in regime di “lockdown” hanno ridotto del 70% la loro operatività.

Oltre alla chiusura delle attività si è registrato l’annullamento di tutte le manifestazioni e degli eventi associativi e ricreativi di ogni tipologia – dai raduni di club ai saloni – con ulteriori ricadute negative sull’economia ad essi collegata. Questa rappresenta il restante 25% dell’indotto complessivo generato ogni anno dal motorismo storico, con altri 125 milioni di euro che avrebbero alimentano, in particolare, il comparto turistico. A questo si aggiungono anche i comparti “heritage” delle case automobilistiche che nel settore hanno investito importanti risorse e riconvertito interi ambiti produttivi.

“Tante famiglie italiane – sottolinea il presidente dell’Automotoclub Storico Italiano, Alberto Scuro – vivono di motorismo storico grazie ad attività che operano nel settore, altamente specializzate e tramandate di generazione in generazione. Finalmente, con il DPCM del 26 aprile si è fatto un primo, essenziale passo per la ripresa del comparto. Ancora una volta, le istituzioni si sono dimostrate molto sensibili a ciò che rappresenta il motorismo storico per l’Italia in termini sociali, culturali ed economici. In primis i Ministeri competenti (Beni e Attività Culturali, Turismo, Trasporti e Infrastrutture) e soprattutto la Cabina di regia Benessere Italia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in seno alla quale è stato istituito un apposito tavolo di lavoro con l’obbiettivo di collaborare su temi di interesse nazionale e su normative di specifica attinenza per sviluppare progetti e iniziative. Con la stessa Cabina di regia abbiamo anche attivato la raccolta fondi “Insieme per fermare il Covid”, perché una realtà come l’Automotoclub Storico Italiano che è un ente morale la cui attività si basa sul volontariato e rappresenta oltre 150.000 tesserati non poteva rinunciare a promuovere il proprio esempio e restare ferma in questa difficile situazione: l’associazionismo è un modello di sviluppo virtuoso e irrinunciabile per il sistema Paese. Abbiamo voluto esprimere il nostro senso di responsabilità e di vicinanza alle Istituzioni e alla popolazione con azioni sociali concrete attuate in sinergia con realtà dell’importanza della Cabina di regia, di ANCI e di Unicef.”


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