LEGGI LA MANOVELLA DI OTTOBRE!
NEL QUESTO NUMERO SI PARLA DI…
La copertina di ottobre de La Manovella è dedicata ad una moto da cross che rappresenta l’ingegno e la capacità artigianale italiane. Nell’inverno 1965 tre persone decidono di costruire una “due e mezzo” tutta italiana. Elio e Giorgio Spadoni danno la prima spinta a Luciano Costa, futuro pilota juniores. Da tempo gli Spadoni e i neo crossisti imolesi che facevano capo all’officina Bianchi avevano maturato l’idea di porre fine al dominio straniero nel motocross internazionale.
Così, il gruppo dell’officina Bianchi iniziò a muovere i primi passi utilizzando le Bianchi Pordoi 175. Non ci voleva molto: via targa e fari, un manubrio alto e rinforzato, gomme tassellate al posto delle stradali, qualche rinforzo al telaio, una sella corta artigianale, parafanghi piccoli e sagomati e un tubo di scarico simile a quello delle Greeves 250 Hawkstone. I motori erano potenziati da Giorgio Spadoni che interveniva aumentando la cilindrata a 200 cc e modificando carburazione e luci di aspirazione e di scarico. La leva del cambio da bilanciere diventò singola e le pedane furono accorciate.
Nel 1965 il debutto nei Campionati Italiani Juniores: le vecchie Bianchi 175 non bastavano e fu così che nell’inverno 1965-’66 si avvia la costruzione della Bianchi 250 Special immortalata sulla copertina della Manovella. Quando Spadoni mise in moto per la prima volta la sua “creatura” l’emozione fu davvero forte. Il rombo sibilante tuonò nell’officina lasciando tutti a bocca aperta.
Era nata una nuova stella italiana nel motocross…
La certificazione di Nave “Cini” e i 250 anni della Guardia di Finanza: dall’istituzione della Legione Truppe Leggere, nel 1774, da parte di Vittorio Amedeo III Re di Sardegna, agli attuali servizi delle Fiamme Gialle su terra, mare e cielo.
Bei tempi quando la Ferrari vinceva a raffica. Capitò per cinque anni filati, dal 2000 al 2004, stagioni magiche che incoronarono Michael Schumacher. Allora, uno degli avversari più agguerriti del Cavallino era Juan Pablo Montoya, colombiano di Bogotà, classe 1975. Che racconta gli anni d’oro della sua carriera.
Quella delle Volvo PV444 e PV544 è una serie di vetture che ha fatto scoprire il Marchio scandinavo nel mondo. Le due versioni hanno rappresentato un successo globale notevole, introducendo primizie assolute come le cinture di sicurezza.
Ieri come oggi, la MG A piace per la sua linea dalle curve procaci, per il temperamento brillante, per l’economia della gestione e per il piacere del viaggiare all’aperto. Per chi non soffre di claustrofobia c’è la coupé e per chi non bada a spese c’è la Twin Cam.
La meteora Orix Prina testimonia la volontà di molti piccoli costruttori di biciclette di tentare il successo nel settore delle moto. Questo splendido scooter è probabilmente l’ultimo superstite al mondo del Modello C prodotto ad Asti da “Tunin” Prina.
La Bertone Freeclimber – e Freeclimber 2 – è un fuoristrada puro ma abbigliato a festa per attrarre anche le signore e chi cerca una vettura originale. Questi gli ingredienti del modello nato in Italia con telaio giapponese e motore tedesco.